Monday, March 3, 2008
Cavandoli un anno dopo - one year after.
Il 3 marzo segna il primo anniversario della scomparsa di Osvaldo Cavandoli (1920-2007), creatore de La Linea.
Questo è il mio piccolo ricordo personale di un indimenticabile amico e maestro.
March 3 marks the first anniversary of the passing of the beloved humorist Osvaldo Cavandoli (1920-2007), creator of the internationally known character La Linea.
I'd like to take the opportunity to share some memories of a friend and a maestro that will never be forgotten.
Osvaldo Cavandoli: due o tre cose che so di lui.
Ricordi sparsi di un grande amico.
Si dice che fumettisti e animatori altro non siano che attori frustrati che, in mancanza di mezzi adeguati, danno sfogo alla loro repressa voglia di protagonismo attraverso il disegno.
Nulla fu mai più falso nel caso di Osvaldo Cavandoli in arte "Cava", geniale creatore de La Linea, che nella vita di tutti i giorni era una vera e propria rock star, un entusiasta della vita che la vita l’ha vissuta alla grande.
Tutto, o quasi, si sa del suo amore per il disegno, ma chi ha avuto il privilegio di frequentarlo nel suo regno, lo storico Studiocine Cavandoli di via Prina, ha avuto il piacere di scoprire le altre grandi passioni che muovevano l’Osvaldo.
Al centro dello studio il Cavandoli ufficiale, il Creatore de La Linea seduto dietro alla scrivania con foulard da playboy d’ordinanza, sigaretta sottile perennemente accesa e occhietti furbi di chi la sa molto più lunga di te.
Tutt’attorno, indizi del Cavandoli artigiano, in grado di trasformare con le proprie mani una scrivania in un perfetto tavolo per animazione, in modo da poter disegnare e rispondere al telefono senza doversi alzare.
E poi i mascherini con la silhouette de La Linea, rigorosamente fatti in casa, per tracciarne sul foglio l’inconfondibile profilo con un unico tratto e velocizzare così il lungo e tedioso lavoro di animazione.
In una bacheca i pupazzi dei caroselli anni ’50, tutti realizzati a mano dall’Osvaldo, dall’anima in metallo con giunture in piombo fino ai più minuti dettagli del viso e dei vestiti: pinocchi e geppetti, cowboys a cavallo e vecchietti da saloon, negri politicamente scorretti, improbabili gangster alla Fred Buscaglione, indiani e diligenze.
Immediatamente dietro alla scrivania, la piccola sala da ripresa con le pareti nere dove hanno preso vita i cortometraggi de La Linea che avrebbero fatto il giro del mondo. Una mastodontica moviola grigia per il montaggio e soprattutto il banco da ripresa per fotografare i disegni su pellicola, costruita dall’ingegner Cavandoli adattando una vecchia macchina da ripresa 16mm degli anni ’30.
Ma le sorprese vere e proprie iniziavano visitando il vecchio teatro di posa dove sono stati realizzati gran parte dei film a pupazzi animati prodotti da Cavandoli negli anni ’50.
Nella gran confusione di oggetti di ogni genere spiccavano una 600 grigia perfettamente conservata e, su una delle altissime pareti, un gran cielo azzurro dipinto, ormai quasi del tutto sbiadito, che faceva da sfondo alle avventure dei pupazzi animati, molti dei quali stazionavano nel magazzino in attesa di essere restaurati, ovviamente dallo stesso Cavandoli.
In alto, su irraggiungibili scaffali, migliaia e migliaia di disegni realizzati per i caroselli e i corti de La Linea, forse in attesa di una catalogazione.
Per far fronte alle giornate di scarsa ispirazione, il Cava aveva predisposto, in un angolo del magazzino, un’attrezzatissima cucina nella quale era in grado di realizzare marmellate, liquori, salse, sughi, confetture, sottaceti, sciroppi, olii aromatici, canditi, che elargiva con generosità ai frequenti visitatori dello studio. I vasetti erano adornati con eleganti etichette in stile liberty recanti la scritta "Premiata Conserveria del Cava", e mese ed anno di produzione. Tra le conserve più prelibate si ricordano la formidabile salsa di seppie e totani per condire gli spaghetti, e il leggendario "Cippomo", straordinario incontro di cipolla e pomodori verdi.
Il tour dello Studiocine, le cui stanze erano contrassegnate da disegni de La Linea ad indicarne l’utilizzo (compresa una Linea nell’atto di servirsi del WC), non poteva dirsi completo senza aver visitato il locale il cui accesso era consentito solo a pochissimi eletti. Chi vi scrive ha potuto accedervi, dopo infinite insistenze, solamente al compimento del venticinquesimo anno d’età.
Tale locale, una mansardina completa di divano letto, bagno, frigorifero, televisore, era denominato "lo scannatoio".
Nonostante le estenuanti richieste dello scrivente, nulla si è mai saputo sull’effettivo utilizzo del suddetto spazio.
Appendice: il Cava burlone.
Da umorista a tempo pieno l’Osvaldo era artefice di una vasta gamma di scherzi, burle e lazzi spesso feroci.
Amava guidare nel traffico di Milano con un enorme naso finto dall’aspetto assolutamente realistico, per godere, con espressione impassibile, delle reazioni degli altri automobilisti.
Fra le sue vittime preferite figuravano i colleghi insegnanti di un noto istituto di design milanese, in particolare tale Angelo C., alquanto sensibile al fascino maschile. Al cambio dell’ora con il suddetto il Cavandoli prendeva posto in aula strisciando platealmente lungo le pareti, spiegando con aria allarmata: "Ragassi, quando c’è in giro l’A. C. è meglio strisciare lungo i muri."
Amava, prontamente ricambiato, fare terribili scherzi telefonici ai danni di un altro maestro dell’animazione italiana, tale Bruno B., spesso spacciandosi per qualche importante autorità. Tutto ciò portò un giorno all’inevitabile disastro.
Durante l’era Ciampi, il Cavandoli ricevette un’autentica telefonata dal Quirinale che annunciava il conferimento di un’importante onorificenza. Un centralinista del Palazzo annunciò al nostro che sarebbe stato messo in comunicazione con la Signora Franca per i convenevoli di rito. Alle prime sillabe di costei alla cornetta il Cavandoli esplose in un "ma va******** B.B:!!!".
Non si è mai saputo come il Cava sia riuscito a rimediare allo spiacevole incidente.
Osvaldo Cavandoli @ MySpace:
www.myspace/osvaldocavandoli
Osvaldo Cavandoli: Un Artigiano dell'Umorismo
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